Codice LEI nel KYC

Organizzazioni di ogni forma e dimensione che fanno affari con clienti, agenti o consulenti, devono assicurarsi di sapere con chi fanno affari. Cercare di verificare una persona giuridica, specialmente nel mondo on-line, è un compito impegnativo. I cyber criminali vogliono impersonare le aziende in modo da poter avere accesso alle finanze o riciclare denaro. Questo pone a rischio anche la vostra organizzazione. Gli Identificatori di Persona Giuridica (LEI) possono fare molto per risolvere questa sfida, ma prima, facciamo un passo indietro e addentriamoci un po’ di più nel KYC.


Cos’è il Know Your Customer (KYC)?

Il KYC è un processo che serve a capire con chi si fa affari e a valutare la loro idoneità o il rischio per la vostra organizzazione. Banche, assicuratori, creditori e altro stanno richiedendo sempre di più (grazie alla spinta globale delle normative KYC) che i clienti forniscano delle informazioni di due diligence per assicurare che siano proprio chi dicono di essere. Le normative KYC si stanno ora espandendo ad altre industrie come non-profit.

Il KYC tipicamente coinvolge:

  1. Identificazione del cliente tramite la raccolta di informazioni personali.
  2. Screening dei dati raffrontandoli con watch list globali.
  3. Determinazione del rischio per il cliente di commettere riciclaggio di denaro, finanziamento del terrorismo o furto d’identità.
  4. Creazione e valutazione di un profilo cliente.
  5. Monitoraggio delle transazioni raffrontandolo con il profilo comportamentale previsto di un cliente.

Essenzialmente, KYC significa gestione dei rischi. Inoltre vuol dire ridurre la quantità di crimini finanziari sul mercato e assicurarsi di potersi fidare delle transazioni di on-line. Le Normative Antiriciclaggio (AML) sono state fondamentali e per dare una spinta alle regolamentazioni KYC.

Si fa riferimento ai controlli Customer Due Diligence o (CDD) laddove le aziende di servizi finanziari devono:

  • controllare l’identità del cliente,
  • verificare l’identità del cliente,
  • Per valutare, e laddove appropriato, ottenere informazioni sullo scopo e la natura prevista della relazione commerciale o transazione occasionale.

Secondo il sito Web governativo UK, il controllo di entità consiste in 5 parti:

  1. ottenere prove delle identità affermata (‘forza’)
  2. controllare che le prove siano autentiche o valide (‘validità’)
  3. controllare che l’identità dichiarata sia esistita nel tempo (‘attività’)
  4. controllare se l’identità dichiarata sia ad alto rischio di frode di identità (‘frode di identità’)
  5. controllare che l’identità appartenga alla persona che la dichiara (‘verifica’)

Ma la verifica dell’identità non si ferma agli individui. Le organizzazioni devono inoltre controllare l’identità di un’attività commerciale. Secondo le normative AML questo significa controllare:

  • il nome del corpo aziendale
  • il numero azienda una partita Iva
  • l’indirizzo registrato
  • il nome completo di ciascun membro del consiglio di amministrazione.

Dove entrano in gioco gli Identificatori di Persona Giuridica?

Il KYC è in giro da molto tempo e sono state fatte molte ricerche su uno dei metodi per migliorare il processo. Al momento:

  • 6/10 venditori senior nel banking trascorrono 1,5 giorni a settimana sull’onboarding di nuovi clienti.
  • Il 50% degli istituti finanziari usa una media di quattro omerico identificatori nel proprio KYC onboarding.
  • Il 57% degli intervistati concorda sul fatto che l’affidabilità dei dati di riferimento è una sfida.
  • Il 55% degli intervistati concorda sul fatto che le risorse per l’sono una sfida onboarding is a challenge.
  • Il 55% degli intervistati concorda sul fatto che processi lunghi significano rischio di perdita d’affari.
  • Il 61% degli intervistati concorda sul fatto che la tecnologia digitale andrà a complicare ulteriormente il processo.

Il fardello continua oltre la fase di onboarding dato che l’organizzazione devono mantenere cliente aggiornati tramite una verifica regolare delle informazioni commerciali e delle modifiche alle strutture di titolarità. E se tutto questo potesse essere fatto attraverso un sistema aperto? E se bisognasse controllare solo un posto per verificare tutte le informazioni cliente necessarie per l’onboarding?

È qui che entrano in gioco i LEI.

Adottare i LEI per ciascuna transazione cliente può far risparmiare tempo, guadagnare trasparenza e organizzare il processo di onboarding. Questo perché il database LEI è aperto, aggiornato i conti in tutte le informazioni necessarie per identificare l’organizzazione.

Gli istituti finanziari possono spostarsi dalla verifica di diversi frammenti di dati passando alla verifica di un singolo dato per l’organizzazione, il codice LEI. McKinsey ha pubblicato un rapporto il quale mostra che l’industria delle banche potrebbe risparmiare tra i US $2-4 miliardi per l’onboarding dei clienti, abbiamo coperto questo rapporto più nel dettaglio qui.


Come migliorare il KYC con i Codice LEI

Secondo UK Finance, nel 2018

“I sistemi di sicurezza avanzata e le innovazioni in cui l’industria finanziaria investe per proteggere i clienti, hanno bloccato più di £1.6 miliardi in frodi non autorizzate. Ciononostante, i criminali hanno rubato con successo £1.2 miliardi tramite frodi e truffe nel 2018.”

Con questo numero alto in modo allarmante, non c’è da meravigliarsi che gli istituti finanziari e altre organizzazioni cerchino dei metodi per proteggere meglio i propri introiti. Bisogna adattare dei processi per i flussi di lavoro on-line e l’eKYC, che è completamente on-line, deve essere sicuro e affidabile.

I codiceLEI sono in rapida crescita e la maggior parte delle aziende di trading ha ora l’obbligo di averne uno ma costa pochissimo per un’azienda ottenerne uno quindi non c’è una barriera per l’adozione. Potrete richiedere ai vostri clienti di avere un codice LEI, vagliato da un’Unità Operativa Locale indipendente gestita dalla Global Legal Entity Identifier Foundation (GLEIF). Una volta che i dati vanno sul database LEI, potete allestire i vostri sistemi per controllare i dati di riferimento del database e risparmiare tempo e denaro nella verifica e nel controllo manuale.

Nell’esempio di un’applicazione per un prestito commerciale, l’eKYC potrebbe controllare e verificare un’attività commerciale con un codice LEI in pochi minuti e si potrebbe concedere un prestito con pochissimo attrito per il cliente.

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