Codice LEI nella criptovaluta

Mano a mano che la criptovaluta e la blockchain continuano a ricevere sempre più copertura mediatica e maggiori quote di mercato, sorgono delle domande sulla verifica di identità a cui bisogna rispondere. Il Codice LEI potrebbe essere la risposta ad alcune di queste domande?

Quando pensiamo alla criptovaluta, generalmente presumiamo che la maggior parte delle transazioni siano anonime ma per lo più sono in realtà un po’ meno anonime di quanto si potesse credere in precedenza. Il Bitcoin stesso viene meglio definito come pseudonimo. Descritto bene nel 2016 in un articolo chiamato “Valute Virtuali E Oltre, Considerazioni Iniziali”:

“Benché le transazioni con criptovaluta vengano registrate pubblicamente, gli utenti sono noti soltanto tramite i loro “indirizzi” di criptovaluta, che non possono essere tracciati ad un’entità nel mondo reale degli utenti. In quanto tali, le transazioni con criptovaluta sono più trasparenti rispetto al contante ma più anonime rispetto ad altre forme di pagamento.”

Le valute blockchain che sono completamente anonime sembrano essere cresciute di popolarità sul Web e sui mercati criminali. Criptovalute Monero e zcash, ad esempio. È questa abilità di anonimizzare le transazioni con criptovaluta che ha spianato la strada per il riciclaggio del denaro, il finanziamento al terrorismo e altre transazioni losche.

Uno di questi esempi è il caso di Ali Shukri condannato a 11 anni di prigionia nel 2015 dopo aver fornito istruzioni su come usare il Bitcoin per mascherare l’approvvigionamento di fondi a Daesh.

L’anonimità nelle transazioni con criptovaluta è anche un problema quando si tratta di evasione fiscale. La raccolta di un reddito tassabile tramite criptovaluta è una di queste attività. Le autorità fiscali in un anno modo di rilevare o sanzionare queste transazioni. Questo rende la criptovaluta un nuovo “paradiso fiscale”?

Il parlamento europeo ha dichiarato, in un rapporto dal titolo “Criptovalute e Blockchain”:

“Il problema fondamentale a cui bisogna rivolgersi per poter catturare adeguatamente i giocatori di criptovaluta, in particolare gli utenti, è la legislazione per svelare l’anonimità, che varia dall’anonimità completa alla pseudo-anonimità, che li circonda.”


Codici LEI nelle Transazioni su Blockchain

L’identità come argomento generale presenta tre strati: organizzazioni, persone e cose. Tutte e tre devono essere identificate nelle transazioni on-line per creare un ambiente veramente sicuro. La blockchain non è luogo perfetto per le informazioni sull’identità poiché è decentralizzata e disponibile su un’ampia rete. Questo crea un rischio di sicurezza quando si aggiungono informazioni sugli utenti e sui loro attributi di identità, come indirizzi e informazioni finanziarie.

Il Codice LEI può aiutare con lo strato di identità organizzativa e dato che un LEI è soltanto un codice a 20 cifre, non contiene dati personali. Quando si tratta di transazioni digitali sulla blockchain, i LEI possono regalare tranquillità per l’identificazione dell’identità commerciale dato che il settore bancario potrebbe impostare dei processi per controllare le transazioni sulla database LEI.

Se gli istituti finanziari o le persone giuridiche mantengono un database di transazioni, allora è possibile che un LEI possa portare all’identificazione della persona giuridica e all’identificazione della persona nelle transazioni. Significherebbe anche ridurre grandemente il tempo necessario a tracciare una transazione.


Credibilità nel Sistema di Criptovaluta

La criptovaluta è probabilmente uno dei mezzi più anonimi di pagamento ad oggi, ma non è tanto anonima quanto le persone tendono a credere. Il valore della criptovaluta sta più nella sua decentralizzazione. Il famoso articolo di Satoshi Nakamoto era incentrato sulle reti peer-to-peer. Egli dedusse che se mettiamo una transazione su una rete distribuita con tanti “peer”, allora diventerebbe molto difficile per un hacker cambiare o alterare quei dati perché dovrebbe alterarli su ogni singolo peer.

Il fatto che si sia abusato della criptovaluta durante i suoi primi giorni non dovrebbe essere un deterrente. La criptovaluta ha ancora un ruolo da giocare per proteggere l’utente e i dati commerciali dai crimini finanziari ma da sola non vi salverà.

La criptovaluta può guadagnarsi un riconoscimento più ampio se verifichiamo alcune informazioni su di noi e sulle organizzazioni che eseguono transazioni sulla rete. Il Codice LEI può aiutare a risolvere questa sfida. Non significa che rinunciamo ai nostri dati alle nostre libertà. Al contrario, i dati identificativi avranno più credibilità/trasparenza per il sistema di criptovalute e per ciascuna transazione che ci sta dietro. A prescindere che la rete sia centralizzata o meno, le identità possono comunque preservare l’indipendenza la credibilità della rete poiché renderanno la vita più difficile ai cyber criminali.

Dopotutto, è sempre questo il punto di qualsiasi rete on-line – più la si tiene lontana dai cattivi, meglio funziona per le persone a cui serve.

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